Omaggio a Giovanni Paolo II



Di quando il canto si fa ricordo, preghiera, e ci fa sognare...
Grazie alla Tiziana Manenti, che ha questo dono e questa vocazione:
testimoniare cantando la fede, la speranza e la carità.
Una semplicità e una forza che la musica e il canto esprimono in connubio, per presentarci nel ricordo storico la potenza del segno di un Papa:
Giovanni Paolo II.
Un video in parte registrato a Sotto il Monte, nella Chiesa del ricordo e della testimonianza di un altro grande: Papa Giovanni XXIII.
Un'energia che si assomma e si concentra attraverso uno spazio, un tempo, le persone, per aiutarci a vivere con più serenità il procedere nel nostro cammino quotidiano.

Andare oltre...

Andare oltre, oltrepassare, trapassare e intravedere in ogni situazione è la potenza che è affidata all'umana natura, e che la nostra coscienza può riattivare di fronte a ogni prova, ad ogni occasione di passaggio, di traversìa o di traversata di un problema, di un progetto, di una gioia, di una tristezza, di una delusione.
In noi, e mai fuori di noi, esiste la soluzione del problema;
risolverlo fuori ne è solo la logica e naturale conseguenza.
La presa di coscienza del nostro essere noi stessi in quella situazione, ci fa essere umani, quindi in grado con l'intelligenza, l'animo e il cuore a gestire e costruire, in quel caso, un ponte tra noi stessi e il nostro essere pieno, evitando la schizofrenia e la dicotomia; un ponte tra noi stessi e gli altri, evitando l'ipocrisia e la incomunicabilità; un ponte, infine, tra noi e la natura (o Dio), innalzando il nostro essere nella pienezza dell'infinito.
Anche nella situazione più cruciale, queste forze interiori non vengono mai meno; anzi, si affinano, rendendoci "pontefici"= costruttori di ponti, di legami, di comunione spirituale e materiale.
Intontiti e narcotizzati dai prodotti già fatti e finiti, che il progresso ci prepara e non ci insegna più a costruire, abbiamo perso la nostra coscienza di essere gli artefici di questa immensa potenza celata in noi; di fronte a un ostacolo, o ci perdiamo, o ci esaltiamo, squilibrando in ogni caso noi stessi, gli altri e la natura (o il rapporto con Dio).
Urge riprenderci questa identità non tanto di ANDARE OLTRE quello che siamo, ma IN QUELLO CHE SIAMO, riscoprendoci così più in simbiosi con la nostra natura originaria: quella dell'eternità, dell'infinità e della Verità, che non ci deve mai più sfuggire.

Intravedere...

La forza della speranza
soggiace sempre a tutte le nostre esperienze...
Anche là dove tutto pare cupo e nebuloso,
e appaiono i rischi e i pericoli, ecco che attraverso la trasparenza della speranza, riappare in nuce lo sguardo del bambino, l'attesa del futuro, e sopratutto la capacità - o dono - di intravedere, dentro il limite, l'ottica penetrante che ci rimanda oltre.
Il mondo si trasfigura : da chiusura, diventa una finestra, attraverso la quale noi possiamo raggiungere il mistero della realtà arricchita dal gusto e dal senso della speranza; e attraverso la quale il mondo entra in noi, nel nostro essere, diventando interessante, attraverso il filtro dell'energia che la speranza ci permette di avere.
La speranza è "l'ultima a morire"...
Ma morendo ci riapre la finestra del limite,
e ci fa sperimentare l'universo che si cala nell'umano, dove le paure e le gioie, le fatiche e le speranze di ognuno si amalgamano con l'alba universale della storia, che si ripete ogni giorno in modo nuovo, rivestendo noi stessi e la realtà che intravediamo di una speranza nuovamente incarnata nel mistero della vita.

... "MELA VEDO"... "MELA VIVO"...?

La tentazione è femmina...non solo perchè il sostantivo e la mela sono di genere grammaticale femminile, ma essenzialmente perchè è l'aspetto che solo la femmina può avere in modo naturale: GENERARE, PARTORIRE e quindi: CONSIDERARE PER SE', come proprio: APPROPRIARSI.
E questi sono gli aspetti che soggiacciono ad ogni TENTAZIONE assecondata, che passa dallo "schermo" del veduto al consumo nel vissuto, dove la tentazione diventa allora: "me-la" mangio questa situazione, questa persona, questa occasione, questa - appunto - tentazione.
Soggiace a tutto il percorso che asseconda la tentazione un potente e efficace motore: quello del PIACERE...la donna "deve piacere" (a se stessa prima di tutto), e la "mela" deve essere piacente, bella, e gustosa al palato, appetitosa moralmente e materialmente.
Con questi presupposti, il gioco sembrerebbe fatto...e finito...
Chi ha in mano la direzione della tentazione, chiunque sia, in carne e ossa, o in spirito e invisibilità, pare proprio destinato alla vittoria e al successo della proposta fatta tentando, ponendo tutto e tutti sotto i suoi piedi.
Ma non è così...
Con un poco di spirito di attenzione e di prudenza, ecco che il meccanismo viene scombussolato dall'entrata in vigore del VALORE, che filtra e valuta, soppesa, accoglie/rifiuta, canalizza e smista ogni tentazione, per il bene oggettivo e non solo soggettivo del percorso umano, a tutti i livelli, e in ogni caso.
...E' LA VERITA',
CHE SEMPRE SBOCCIA
DA OGNI VAGLIO DELLA TENTAZIONE...

. . . . . . . . . . Bambini mutilati...

Nonna Maria non voleva proprio buttarlo via...
Nei suoi 98 anni, ne aveva viste di ogni...
Ma un piccolo Gesù Bambino, ridotto così, mai lo aveva incontrato...
E ora, dove portarlo? A chi darlo? Dove riporlo?...
Me lo sono fatto dare, e ne ho fatte fare un po' di copie, come segno di un "Natale" diverso, ma sopratutto per richiamarci a questa nostra attualità, dove il bambino, fisicamente e moralmente, ogni giorno viene violentato, mutilato, danneggiato, bistrattato, abbandonato su una terra anonima...
Da dove nonna Maria lo aveva trovato, raccolto, custodito, e ora affidato, dapprima a me, che glielo avevo riconsegnato - con sua grande sorpresa e commozione - in immaginetta; poi, a una piccola comunità incontrata tramite il segno della sua foto, qua e là per il quartiere...
Ma oggi questo bimbo, segno di tutte le nostre piccolezze trascurate, vuole ringraziare nonna Maria, che gli ha fatto incontrare una grande e stupenda comunità: quella dei navigatori del Web, che lo adottano e lo proteggono, condividendo con Lui il percorso nella stessa esperienza quotidiana.

* * * Esercizio Spirituale a Montisola

L'avventura della fede
...si accosta all'esperienza dell'avventura umana, attraverso una gita tra la natura del Lago d'Iseo, a Montisola esattamente...
Ci sei mai stato?
Spero di sì..
Comunque sia, ripercorriamo anche "spiritualmente" il percorso naturale del corpo, dell'anima e della mente, attraverso questo "Esercizio"...

Buona Gita!...Clikka qui sotto..Eeeevvvvvaiiiiiiiiii!!!!....

*
"Esercizio Spirituale a Montisola"

La caramella della morte


La morte non può più farci paura...
In effetti, è proprio una realtà da "degustare", e non certo dal punto del piacere, ma da quello del "valore": la situazione della morte infatti si presenta in modo sempre amaro, e molto amaro, ma altrettanto efficace, proprio come una forte pastiglia caramellata che, sciogliendosi nella nostra vita, ci fa assimilare le vitamine essenziali, fondamentali e basilari per aprire in modo nuovo, rinnovato e rinnovante per noi e attorno a noi tutte le situazioni.
Sciogliendosi piano piano in noi, la morte è come una caramella medicinale che scomparendo dentro, ridona la vita anche fuori.

Una volta scomparsa in noi,
"scartata" e ormai consumata,
come può allora farci paura?

. . . . . . ." T O I L E T T E " spirituale


La "Riflessione" allo Specchio dello Spirito:
ecco che cosa avviene nell'incontro con la Verità.
Cadono le illusioni che ci facevano credere meglio di quello che siamo nella realtà, oppure ci facevano sottrarre all'impegno dell'incontro con il reale, in una sorta di falso vittimismo...
Da una parte, l'esaltazione di noi stessi,
dall'altra, lo svincolare all'accettazione di noi stessi, dell'altro, dell'Altro...
e dell'Universo.
Lo Specchio spirituale, reso possibile attraverso un segno tangibile (come quello della webcam), ci ridona l'occasione della "TOILETTE" della nostra mente, del nostro cuore e della nostra anima, rimettendoci sulla careggiata della vita, riportandoci in cammino verso ciò che dobbiamo essere, verso ciò che sono gli altri.
La Verità rispecchiata, insomma, ci fa diventare quello che siamo,
nè di più nè di meno.
E così, dopo questa "riflessione",
possiamo riprendere con fiducia, serenità e ottimismo la nostra giornata.

Le Porte Interiori

Ho trovato molto proficua la lettura giornaliera di un piccolo,
       ma altrettanto prezioso libricino di una certa Eileen Caddy...

Ci sono,in noi, delle "Porte Interiori", invisibili, ma concrete e percepibili, che ci aiutano a far entrare le positività e a far uscire da noi le negatività, ogni volta che noi lo vogliamo...
Questo, in noi, è un grande Potere.


Meditare
non è affare solo della mente, ma intervento su tutte queste energie immense e variegate che incrociamo ogni giorno sul percorso della nostra esperienza. Meditare è rimettere in ordine tutte le realtà e farle transitare da queste "porte" che controllano le nostre energie interiori.
Semplici
sono le azioni, i pensieri e le parole, che viviamo lungo la giornata, e che possiamo armonizzare per rendere collegate tutte le realtà attorno a quel Maestro di vita che siamo noi stessi, in quel MISTERO di VERITA' che cerchiamo, a fatica, passo dopo passo, ma anche con la gioia di assaporarla ogni giorno per la nostra personale e per l'Universale Serenità, nel suo donarsi della nostra storia.

"MEDIA(RE)": una nuova avventura


Mentre ogni giorno si affacciano le proposte delle nuove tecnologie, ci accorgiamo anche che le nostre facce diventano sempre più spente, fredde e senza volto umano: sempre più corriamo il rischio di assimilare il nostro volto agli schermi dei computer, riducendo sempre più l'incontro a una illusione di vicinanza, dove si insinua anche il timore di una effettiva lontananza da noi stessi, dagli altri, dall'Altro e dal mondo. 
L'anonimato ci contagia sempre più; e dietro di esso si nasconde, insidiosa, la paura di accettarci e di accettare il nostro e l'altrui presente, dove giace invece tutta la ricchezza universale.


Saper mediare è la coscienza che possiamo ricreare, per passare attraverso i media, e mediare le realtà, affinchè esse siano vissute da noi e con noi in modo equilibrato, tonificante, umanizzante, imparando, attraverso anche le nuove modalità di comunicazione offerte dal progresso umano, a rivivere meglio i nostri incontri, a gestire le nostre paure, a valutare i nostri timori e le nostre possibilità, per agire di conseguenza e crescere nella condivisione dell'esperienza umana.
Siamo chiamati a questa avventura sempre antica e sempre nuova: porre il sigillo del nostro volto sulle realtà della nostra mente, del nostro cuore e della nostra anima, e mediare tutto questo, nei modi che ci suggerisce la nostra storia, per il progresso universale.

Il senso del peccato

Che cos'è il peccato alla luce dello Spirito Santo?
Che senso ha nel percorso della mia vita?
Perchè mi è permesso, e come può essere rivisitato nella fede?
Attraverso il segno del "nodo",
richiamiamo a noi stessi che il percorso dello Spirito dentro di noi e attorno a noi svela una nuova dimensione dell'esperienza pasquale del peccato, come situazione che provoca al passaggio a una nuova visione della vita, dove si passa da una situazione "contro" Dio, a una dove Dio stesso interviene in una nuova operazione di comunione, per ricostruire il rapporto tra noi e noi stessi, tra noi e l'altro, tra noi e l'Altro, e con il mondo, in modo nuovo e rinnovante.
Anche il peccato, vissuto con fede, è un nodo che viene sciolto dalla grazia,
e ci ricollega in modo ancor più ravvicinato con l'Universo.

Chiarezza e Mistero

Una croce  accompagna sempre la nostra vita,
e in modo sempre personale: ci tocca e ci fa soffrire.
Ma è sempre e solo con un riferimento che noi possiamo distinguere per valutare il percorso delle nostre e altrui croci che entrano a far parte del percorso umano.
Un simbolo, posto in questo modo, diventa più efficace di tutti i discorsi e le sensazioni personali: diventa un luogo di cultura della vita.
Anche chi è contrario a un simbolo, confrontandosi con esso, cresce e fa crescere il simbolo, segnandolo nel proprio percorso di vita.
Possiamo dimenticarci anche di esso, in qualche situazione; ma alla prova del fuoco, ecco che esso riemerge vittorioso attraverso il silenzio, che sigilla i fatti e li rende eventi, si accosta alle persone e le trasforma in segni, si confronta con la logica del mondo e la incarna nella vita, profondamente, pro o contro che sia in quel momento.
Una chiarezza e un mistero accompagnano il cammino dell'umanità attorno a questo simbolo, che anche se nascosto, depauperato e defraudato umanamente, soggiace da sempre e per sempre all'esperienza di ogni tipo di umanità, e si avvicina sia nell'accoglienza della croce, che nell'insofferenza di fronte al richiamo.
Nell'esperienza dell'umanità in cammino non c'è specchio più vero capace di autenticare e sposare il dolore umano e renderlo luminoso dell'energia del Mistero.

L'Elefante e la Farfalla

La nostra storia si appesantisce sempre più nel cammino del proprio procedere con fatica, lentezza, e spesso immobilità...
E allora, ecco che ritorna alla mente quell'ideale della libertà, che giace nel cuore di ognuno di noi, ancora inappagato e spesso, troppo spesso, inespresso.
C'è bisogno di una rinascita, di un rinnovamento che riprenda lo spirito delle origini, lo slancio vitale che doni le ali al senso e al valore, che ci aiuti a vivere in modo nuovo i passi faticosi del nostro cammino quotidiano, del procedere a tentoni, affinchè tutto di noi si innalzi a progresso del cuore, della mente e dell'anima.
Liberarci dal peso dell' "elefantiasi" che grava su ogni desiderio, sopra ogni ideale, su ogni germe che vuole rinnovarsi...
E ciò significa ripartire dalla potenza di una metamorfosi: quella della farfalla, che ci fa ritornare all'inizio: nell'involucro del nulla, per riprendere tutto, e oltre il tutto, con uno spirito nuovo.
La coscienza di questo rinnovamento è la forza che ci permette di ri-uscire dalla forma dell'elefante che sta ingombrando il nostro essere, e ripartire in modo nuovo, con lo spirito della farfalla, che ci permette di rientrare con le ali della libertà nell'infinito e nell'eterno della nostra identità: quella della Verità.

_______ " TOTUS TUUS "


  

Un "segno" ci richiama a Maria, 
e al nostro atteggiamento con Lei verso il Cristo.
Richiamiamolo attraverso la prima parte dell' "Ave Maria".

Un Calice di Cristallo...

. "AVE " .
. UN CALICE .
Un vaso sacro è il segno che richiama chi è Maria
e chi dobbiamo essere noi, con il suo aiuto: oggetto sacro.

. " MARIA " .
. UN CALICE DI CRISTALLO .
Non un semplice vetro, ma cristallo.
Potremmo dire: "cristallo" di "Cristo": essere dello stesso "materiale".
Un calice di cristallo, che è sempre per un'occasione speciale,
e che rende speciale ogni occasione della vita.
Come per Maria, anche il nostro "nome", la nostra esistenza, è in Cristo.

. " PIENA DI GRAZIA" .
. UN CALICE DI CRISTALLO, VUOTO E/O PIENO .
Maria è come un calice vuoto per essere riempito, e pieno per essere svuotato; continuamente, a favore di ciascuno e dell'umanità,
in una grazia che riempie Lei anche oggi, e che Lei riversa sul mondo.
...Vuoto di sè, pieno di un "Altro".

. " IL SIGNORE E' CON TE " .
. UN CALICE DI CRISTALLO, VUOTO/PIENO, TRASPARENTE .
Lascia passare la luce, che non ferma mai a sè,
ma che fa passare attraverso di Lei.
Fermarsi a Maria, anche nella devozione,
oscura Maria stessa e anche il Regno di Dio.
"A Gesù, per Maria".

. " TU SEI BENEDETTA FRA TUTTE LE DONNE " .
. ... CON UN SIGILLO DI GARANZIA .
Il sigillo della garanzia, il segno dell'autenticità - come il bollino posto su un calice di cristallo - è per Maria l'essere
IMMACOLATA.
Anche noi siamo chiamati a camminare per essere "santi e immacolati".
Un segno di garanzia che riceviamo anche noi, oggi,
con il Battesimo e i Sacramenti.

. " BENEDETTO IL FRUTTO DEL TUO SENO, GESU' " .
. ...TINTINNANTE .
Diversamente dal cupo tocco sul vetro,
il cristallo emette - quando riceve un tocco - un grazioso e autenticante tintinnìo.
Un tintinnìo che attraverso Maria è richiamato anche a noi:
far risuonare la Parola di Dio nella nostra vita,
essere l'eco della Parola, da ascoltare in noi,
da far risentire e proclamare nel mondo con
uno Spirito sempre antico e sempre nuovo.

" KAMI " (DIVINO) "KAZE" (VENTO)

 "Voi siete il tesoro della nazione;
con lo stesso spirito eroico dei kamikaze, battetevi per il benessere del Giappone e per la pace nel mondo" 
(Dalla lettera scritta dall'ammiraglio Takijiro Onishi, principale fautore dei kamikaze,
e indirizzata ai giovani giapponesi, prima di suicidarsi il 15 agosto 1945)

Un "vento divino" urge nel cuore di ognuno di noi, in fervente attesa di essere espresso per una missione di pace; in un modo o in un altro, questa energia interiore prima o poi sempre esploderà.
Vorremmo cambiare il mondo, partendo da noi stessi - kamikaze di un Dio - e forse, dopo aver invano sperato nelle altre strade, delusi, questo è l'ennesimo tentativo: quello della morte, per affermare - ad ogni costo e con forza - il desiderio della vita.
Forse c'era un'altra strada, ma non ci è stata data; forse c'era un'altro modo, ma ci è stato soffocato; forse c'era un'altra soluzione, ma è rimasta dimenticata nel cuore dell'umanità.
Siamo l'espressione del desiderio forte che giace impresso sotto la superficie del mondo, di uscire dalle logiche del mondo, di ritrovare uno spirito nuovo, di seguire un vento forte che non ci lasci adagiare, e non abbiamo altro modo che questo che ci è stato lasciato - per la nostra o per l'altrui incapacità -per mostrare a noi stessi e a tutti il desiderio della vita. 

Russia, identificata una kamikaze degli attentati a Mosca: aveva 17 anni. 
Si tratta di Jennet Abdurakhmanova, vedova del ribelle ucciso Umalat Magomedov.

Per raggiungere la pace, la serenità,
oggi questo mondo quale strada sta percorrendo?
Non ci accontentiamo più delle solite apparenze, delle realtà già date, di dimenticare le realtà più vere, e ne soffriamo, e bramiamo ardentemente e urgentemente che si giunga a un dunque, ma non troviamo spesso il modo, lo spirito giusto, quello della "Verità".
Entra nel tempo e nel luogo della morte e porta l'energia della vita, l'esplosione dello spirito nuovo di cui ha bisogno questa nostra umanità!
Rompi gli schemi che ti attanagliano nella morte, nella apparenza, nell'ipocrisia!
In un mondo di violenza e di guerra, esploditi come segno di pace!
Diventa kamikaze della Pace!

" VIRUS "

Quando si sente il termine "Virus" il nostro organismo morale di autodifesa drizza subito le antenne e scruta attentamente il possibile pericolo in agguato...        Non sappiamo se è la prudenza verso ciò che è male, o è il nostro egoismo che non vuole essere assolutamente intaccato ad avere la meglio in questo atteggiamento.   Sta di fatto che il "Virus" è sinonimo di attacco, di malattia e di negatività.                                                   
Ma ci può essere anche un Virus che attaccando e minacciando il nostro io, indirettamente, ne suscita la propensione alla maturazione difensiva, e ne imposta la crescita morale in modo più autentico.
Come a dire che "non tutto il male viene per nuocere"...
Infatti, tante contrarietà che entrano in noi possono danneggiarci e farci ammalare, ma se accolte con la cautela e la attenzione dovuta, diventano occasioni per rafforzare la nostra fede, la nostra speranza, il nostro amore.
Come a dire, ancora, che il virus della "prova" diventa una vera e propria prova che ci mette in esercizio, quindi ci rafforza nella palestra morale/spirituale dell'anima.
E' allora che possiamo dire che il Virus non ci trasforma, ma viene trasformato e metabolizzato da noi per una crescita umana provocata e richiamata proprio da esso.
Quindi anche l'identità del Virus ne viene illuminata, ridefinita, passando dalla negatività del preconcetto alla positività dell'elemento nuovo "provato" e inserito nell'esperienza della nuova impostazione della vita.
Il progresso morale - a tutti i livelli - non solo non ha paura dei vari "Virus" che può incontrare nel suo avanzare nella storia, ma addirittura ha la capacità di trasformare questo elemento di morte in realtà vitale, catalizzatrice dell'energia umana, che messa alla prova, sa produrre sempre la novità, la vita, la resurrezione di ogni realtà. 
Vedere (...e sentire)per credere...
Se tutti i "Virus" fossero così beneficamente contagiosi!...


" Biopsie "

Forse anche a te sarà capitato
di aver fatto una "Endoscopia", con prelievo di Biopsie.
Con un po' di coraggio e di pazienza, guardiamo questo esame teleguidato...
Prendere dal nostro interno delle parti per essere esaminate,
per avere così una diagnosi oggettiva e una cura adeguata...
Anche nello spirito umano, è importante scendere con attenzione e pazienza nella profondità, esaminare e prelevare un tessuto spirituale, per vedere se esistono malattie, ed eventualmente anche una cura da somministrare.
La biopsia è sufficiente, attraverso l'esame di una piccola parte, per avere la situazione della salute umana.
Piccola ma preziosa parte dell'attenzione data all'umano, una biopsia ci permette di rivedere lo stato di malattia o di salute dell'organismo intero.
Nel percorso della nostra giornata, possiamo prelevare da noi stessi, con un po' di fatica e di attenzione, ma con un risultato altrettanto prezioso, piccole particelle indicatrici del cammino, del procedere della nostra vita nella storia, e poter intervenire con urgenza ed efficacia, al fine di ottenere un buon risultato per noi e per gli altri.
Anche nella storia umana, ogni volta che ci addentriamo in essa con gli strumenti adeguati, possiamo scorgere e prelevare dei segni e delle piccole realtà indicatrici di tutto il vissuto e il tessuto umano, per poter agire, parlare e pensare per la nostra e altrui salute, per crescere nel progresso personale e universale, a tutti i livelli.

" A R C O B A L E N O "

L'alba ed il tramonto erano i piedi dell'arcobaleno che misuravano il giorno,
e lei vide la speranza, la promessa.                        (Da una favola di  D.H.Lawrence)

Ogni tempesta precede un'alba, annuncia una realtà nuova e inattesa, lascia una goccia nella quale si riflette la luce e si ricrea la speranza, a ricordarci che la vita non finisce mai.
Tutto viene ripreso dal segno della speranza, dalla traccia nel cielo attraverso l'arco della pace poggiato sulla terra; sempre a ricordare che se, da un lato, c'è un dono celeste che ci è dato, dall'altro c'è l'impegno ad assumerlo con la nostra viva e serena contemplazione.
Una trasformazione della situazione dal grigiore e pallido tram tram quotidiano, alla colorazione del mondo universale: del mio, di quello dell'altro, e dell'Altro, e dell'Universo.
L'arcobaleno tutto trapassa, senza mai essere trattenuto, senza mai essere preso, senza mai stare racchiuso; sfuggente nella sua immobilità, come segno di un "motore immobile" che varca l'Universo.
Contemplare l'arcobaleno ci fa allora varcare la soglia del portale della speranza, della fede, dell'amore, rinnovati e risuscitati dal segno del ripartire, del riprendere vita, del rianimarsi della primavera spenta...quella dello Spirito, di quello Spirito che giace, spesso, come goccia, in attesa di formare, attraverso le nostre attese, un nuovo e meraviglioso arcobaleno nella nostra storia. 

" ABRACADABRA "

La magia dello Spirito si propaga attraverso il "tocco spirituale" sulle cose, sulle persone, sulle situazioni, che illuminate e dotate di nuova energia rinnovata e rinnovante, diventano segni efficaci nella storia dell'umanità.
La parola magica ci ricorda anche che abbiamo a che fare non con una spiegazione, ma con l'esercizio del Mistero nella pratica del cammino della vita:  non occorre avere intelligenza, ma solo intelletto; non occorre avere il sapere, ma la sapienza; non occorre essere sopratutto praticanti, ma primariamente docili nello spirito.  Lo Spirito riveste con il suo tocco ogni realtà della fede, della speranza e dell'amore, ridonando il senso del Mistero, il gusto della Magia, il sentire della Novità.
Così anche tutte le realtà, toccate nel nome dello Spirito, rifioriscono e resuscitano a un nuovo vivere: quello spirituale, recuperando il senso e il valore là dove li si stava perdendo, riprendendo con forza quella coscienza che nella debolezza stava scemando.
Il tocco dello Spirito riapre tutto quanto a un'alba nuova e rinnovante: nel pensiero, nelle parole, nelle azioni dell'umanità, facendoci intravedere e interessare sempre più al sorgere di un nuovo giorno di serenità per questa nostra umanità.

. . . " J O L L Y " . . .

 
La capacità di adeguarsi ad ogni situazione, senza mai perdere la propria situazione: quella del Jolly, è un grande dono, attraverso il quale siamo chiamati ad arricchire di originalità questo mondo, ricco di cose, ma spento nell'amore.
Giocare la carta del Jolly è metterci in gioco con la fantasia, l'avventura e la scommessa dell' "oltre" il dato di fatto...e finito.  E' saper sempre ricominciare a sperare al di là delle conclusioni apparenti, ad avere fiducia aprendo una breccia nel muro del  pessimismo, ad amare noi stessi in quello che siamo, e amare l'altro in quello che è, riconquistando il rapporto nella semplicità.  Solo l'anima del Jolly può varcare il confine del nulla apparente e fare riapparire il nulla come il recipiente gioioso del tutto, quasi in un gioco di prestigio, che in effetti diventa la magia del miracolo del colore di una vita che, prima grigia e amorfa, si colora della fortuna e dell'anima del "Jolly", anticipo e richiamo del divino nell'umano

- - - - - - - - " Trait d'union " - - - - - - - -


Essere "tratto di unione"
oggi è una missione molto, molto importante,e anche urgente!
In un mondo che si divide, a partire dalla fragilità della persona che non accetta più di essere se stessa, alle famiglie che si scindono ogni giorno, alle società politiche, umane, e anche religiose sempre più litigiose, ecco che appare essenziale riprendere un "trait d'union": un segno di unione.
Questa missione di rigenerazione dell'unione, di recupero dell'unità perduta, di ripristino della coscienza della comunione non è un compito facile, certamente, ma ottiene la serenità e l'equilibrio della pace piena e duratura in colui che si appresta ad essere un "trait d'union".
In primo luogo,
bisogna essere in tensione, in "trazione" appassionata e appassionante, perchè si possa raggiungere l'obiettivo con precisione e sicurezza, perchè l'arco della pace scocchi la sua freccia di fede, di speranza e di amore al momento giusto e nel posto giusto.
In secondo luogo,
essere segno di unione - trait d'union - richiede una sofferenza, non è sempre piacevole: spesso occorre mettersi di mezzo, e rimetterci con la propria vita, essere disposti ad accettare anche le ferite (specie morali) di chi non si vuol ricongiungere e non crede nel raggiungimento dell'unità.
In terzo luogo,
infine, chi si pone come "trait d'union" non deve mirare a far emergere se stesso come artefice della riconciliazione, ma deve come scomparire, mentre le parti avverse si ricollegano, non parteggiando nè per l'una nè per l'altra; come se lui non ci fosse: e proprio da qui emerge l'efficacia di questo anonimo "nessuno" che tutto può.
Ricollegare l'umanità è un compito arduo e difficoltoso, in salita; ma l'arciere della pace diventa in questa missione sempre più se stesso: un segno di collegamento tra la terra e il cielo, tra il possibile e l'impossibile, tra l'umano e il divino, tra l'impegno e la grazia, tra un'identità umana che si perde e l'umanità ritrovata nel suo pieno valore e senso, nella piena serenità dell'essere essa stessa un "Trait d'union" per la pienezza della Verità.

--------------- " Greenwich " ------------


La mappatura della nostra umanità, a partire da una convenzione stabilita, può aiutarci a vedere, rivedere, orientarci, considerare, valutare, eliminare le realtà in e attorno a noi.
Questa convenzione, questa specie di meridiano di base, sul quale misurare poi - in derivazione - ogni altra realtà e situazione, che cos'è, se non la Natura?
La natura(lità) delle realtà materiali e spirituali è il meridiano di Greenwich che è condiviso da tutti: atei e credenti, fanatici e tradizionalisti, progressisti e nostalgici del passato, pacifisti e guerrieri,...
Tutti ruotano attorno alla misurazione della Natura delle cose che avvengono, ed esse si valutano in base proprio alla natura(lità) o alla artificiosità della situazione considerata, qualunque essa sia.
Possiamo, in effetti, fare tutto e il contrario di tutto, nella pratica, operativamente.
Ma la valutazione - il senso e il valore - di quella realtà compiuta avviene in base alla Natura di quella realtà, al riferimento che essa ha nei confronti di questo "Greenwich" di orientamento.
Ciò che si allontana o esce da questo centro, da questo osservatorio della mappatura morale, finisce - prima o poi, ma già subito nel suo orientamento - nel caos e nel nulla di valore e di senso: muore moralmente, anche se continua a vivere materialmente; perde di senso, anche se non perde della vita fisica.
"Greenwich" permette non solo di conoscere la mappatura e l'orientamento delle cose della terra e su di essa, ma ci fa conoscere anche dove è diretta questa nostra umanità: verso un'alba nuova, che la terra - attraverso la sua Natura - ci addita attraverso la sua mappa.

" Ouverture "

C'è sempre una possibilità, anche quando sembra che non ci sia più alcuna speranza...
L'apertura della situazione appare quando meno te l'aspetti, e spesso senza merito alcuno, quasi come un dono dal cielo.
Ma occorre poi approfittare di questa nuova occasione, e non lasciarla passare invano.
L'apertura della vita diventa così non solo occasione, ma si trasforma in mentalità, in processo mentale, in forza e energia evolutiva, che ci permette di affrontare tutte le realtà della vita, anche quelle più contrarie e apparentemente disdicevoli.
Come un certo Giona, come quel famoso Pinocchio, anche noi veniamo spesso rigettati dal ventre della balena, passando dalla situazione della prossima morte alla possibilità di ricreare la nostra vita. 
Nelle situazioni della tenebra, della morte che sembra prevalere, nella negatività che pare sovrastare alle situazioni, c'è sempre un'alba improvvisa e sorprendente, un miracolo che sgorga dalla situazione naturale.
Perchè ogni situazione naturale - fisica o morale - è sempre
generosa
e generante,
e invita anche noi a essere altrettanto.

. . . . . . . . . . . . " Eldorado " . . . . . . . . . . .

La Città Dorata, che spesso sognamo fuori da noi, sta all'interno di noi: è una città interiore tutta da riscoprire, attraverso la ricostruzione delle realtà perdute e dimenticate, rimettendo in ordine tutte quelle realtà che, ora disordinate, non ci permettono di gustare e vedere che possiamo vivere nella dimensione dell'Eden tutte le occasioni della nostra vita.
Eldorado non è una leggenda, ma una missione: ridare lo spirito dorato alle realtà del presente significa impegnarsi a ricostruire, giorno per giorno, tutto quello che succede in città con uno spirito, un valore e un senso nuovo.
Ricostruire la città significa recuperare dentro di noi l'arte più preziosa, umile e urgente per l'oggi: la politica, intesa come coscienza di appartenere a una città interessante: quella dell'umanità.
La vera intuizione della Città Dorata diventa così la presa di coscienza della preziosità dell'umano e dei rapporti con tutto ciò che gli compete; come a dire che per accedere alla fortuna e ai valori non occorre gettarsi nel futuro, ma recuperare nell'oggi la profondità e la conoscenza dei sistemi già esistenti a livello personale, famigliare, sociale, spirituale, morale: in essi giace il tesoro prezioso ancora dimenticato e non utilizzato per acquistare il vero progresso: quello della Verità.

________________" Albatros "


L'albatros (Diomedeidae)
Saper sfruttare le correnti dello Spirito,
e non rimanere legati alle situazioni.
Anche se con fatica si sale in volo verso le realtà del cielo, se l'impaccio della terra ci condiziona e non ci vorrebbe mai lasciare dalla piacevole e comoda condizione dell'avere i piedi per terra, dopo la fatica del decollo, possiamo ammirare dall'alto l'universo di noi stessi e del mondo.
L'albatros ci richiama l'alba della fede, sempre come possibilità donataci, ma anche sempre come inpegno da assumere.
Le nostre opere possono innalzare noi stessi e il mondo nel progresso della libertà, nel superare il limite e andare sempre oltre un confine che pareva assodato e che ci stava illudendo nel "qui e ora".
Salpare verso il "già e non ancora" non è solo un'avventura, ma è l'identità di colui che può.
Il potere che è racchiuso in noi non può rimanere legato all'opera delle nostre mani: mentre un'alba nuova ci attende sempre, ci viene richiamata l'attenzione e la tensione amorosa, gioiosa e rinnovante, per fare delle opere delle nostre mani le ali verso il progresso del nostro cuore, della nostra mente e dell'anima nostra e di tutto l'universo. 

" Glasnost "

Non fermarti a una bella o a una brutta notizia, ma guarda sempre il mondo attraverso tutto quello che avviene: dal brutto e dal bello della vita c'è sempre da imparare, basta non restare fermi in essi.
La trasparenza avviene attraverso l'andare oltre: questo è il movimento progrediente della "glasnost",
in ogni settore e a tutti i livelli.
Anche nella fede deve essere attuata urgentemente: fissarsi in un rito (fosse anche il più bello), in una preghiera, in una situazione, in una istituzione (pur bella), a una persona (prete, suora, laico,...) vuol dire lasciare avanzare la morte del segno stesso e la nostra morte della fede, della speranza e dell'amore.
L'andare oltre
è una finestra sul mondo, che devo mantenere su esso,
per essere sempre in sintonia con il progresso di quella grande umanità che raccoglie anche ognuno di noi.