La tentazione è femmina...non solo perchè il sostantivo e la mela sono di genere grammaticale femminile, ma essenzialmente perchè è l'aspetto che solo la femmina può avere in modo naturale: GENERARE, PARTORIRE e quindi: CONSIDERARE PER SE', come proprio: APPROPRIARSI.
E questi sono gli aspetti che soggiacciono ad ogni TENTAZIONE assecondata, che passa dallo "schermo" del veduto al consumo nel vissuto, dove la tentazione diventa allora: "me-la" mangio questa situazione, questa persona, questa occasione, questa - appunto - tentazione.
Soggiace a tutto il percorso che asseconda la tentazione un potente e efficace motore: quello del PIACERE...la donna "deve piacere" (a se stessa prima di tutto), e la "mela" deve essere piacente, bella, e gustosa al palato, appetitosa moralmente e materialmente.
Con questi presupposti, il gioco sembrerebbe fatto...e finito...
Chi ha in mano la direzione della tentazione, chiunque sia, in carne e ossa, o in spirito e invisibilità, pare proprio destinato alla vittoria e al successo della proposta fatta tentando, ponendo tutto e tutti sotto i suoi piedi.
Ma non è così...
Con un poco di spirito di attenzione e di prudenza, ecco che il meccanismo viene scombussolato dall'entrata in vigore del VALORE, che filtra e valuta, soppesa, accoglie/rifiuta, canalizza e smista ogni tentazione, per il bene oggettivo e non solo soggettivo del percorso umano, a tutti i livelli, e in ogni caso.
...E' LA VERITA',
CHE SEMPRE SBOCCIA
DA OGNI VAGLIO DELLA TENTAZIONE...