Il tempo dell'attesa, quella attesa costretta dalle piccole e grandi situazioni della vita (dal semaforo, all'autobus, all'ambulatorio, alla malattia, al ritorno di qualcuno,...).
Il tempo vuoto, morto, in effetti ricrea in noi atteggiamenti di vita nuovi, fondati sulla crucialità, sulla sofferenza, sul deserto, sull'essenziale, quindi atteggiamenti concreti e garantiti dalla Verità, e non più fatui e superficiali.
Il tempo morto fa rivivere il senso del tempo, rivitalizzandolo con il cuore, la mente e lo spirito (modo) del valore pieno del nostro essere.
Il tempo morto ci fa passare dal FARE all'ESSERE di noi stessi, e proprio per questo ogni tempo morto ci disturba, ci infastidisce e facciamo fatica ad accettarlo.
Ma proprio grazie ai tempi morti veniamo seppelliti nei modi di fare superficiali, esteriori e transitori, mentre ritroviamo noi stessi in quello che veramente siamo, e non solo in quello che crediamo o ci illudiamo di essere.